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Balcani: 2018 cruciale

La Strategia dell’Unione Europea per l’integrazione dei Balcani Occidentali preparata dalla Commissione Europea, dovrebbe essere presentata il 6 febbraio 2018.
Nonostante le dichiazione del Presidente della Commissione Jean Claude Juncker che sembravano identificare solo la Serbia ed il Montenegro, in prima fila nel processo di ingresso nell’UE, come gli unici soggetti della Strategia, il programma dovrebbe riguardare anche gli altri paesi dei Balcani Occidentali, Albania, Bosnia, Kosovo e Macedonia.
La nuova Strategia avrà tra gli obiettivi la lotta alla corruzione, il rafforzamento dello stato di diritto, la stabilità generale della regione e la giustizia. La bozza della strategia contiene anche la conclusione di un accordo legalmente vincolante tra il governo di Belgrado e quello di Pristina da suggellarsi entro la fine del 2019.
Il documento è un passo fondamentale nel processo di avvicinamento dei paesi balcanici alla famiglia europea. Come ha commentato l’analista Srdan Cvijic, che si occupa delle relazioni esterne dell’Unione, è necessario che la Strategia tocchi cinque punti, che, a suo avviso, sono gli snodi centrali per ridare popolarità alle manovre di ingresso. Prima di tutto, il documento, puntualizza Cviijc, deve definire la trasparenza e la prevedibilità del processo; in secondo luogo, è importante che vi sia menzione dell’istituzione di meccanismi nuovi che monitorino lo stato dei progressi nei singoli paesi, della possibilità di rilasciare maggiori fondi a disposizioni per i Balcani Occidentali destinati alle infrastrutture, di un programma atto alla socializzazione delle elite politiche ed infine dell’integrazione dei cittadini dei paeesi coinvolti nell’area dell’Unione Europea attraverso differenti misure.
Il 2018 sarà un anno cruciale per le speranze di avvicinamento dei Balcani Occidentali all’Unione. Oltre alla summenzionata Strategia, il prossimo anno vedrà la Bulgaria come presidente di turno dell’UE, un paese che non ha mai nascosto la sua volontà di partecipare attivamente al processo di allargamento, tanto da fare di quest’ultimo una delle priorità della sua presidenza. E’ in questo contesto che la capitale Sofia ospiterà il 17 maggio 2018 un summit tra l’Unione ed i leader politici dei sei paesi dei Balcani Occidentali, un anticipo dell’appuntamento di Londra del 10 luglio, quinto incontro multilaterale del Processo di Berlino, l’ultimo previsto.
Entrambi gli episodi sono considerati dagli analisti come momenti rivelatori del futuro atteggiamento dell’Unione nei confronti dei sei paesi balcanici, soprattutto per verificare la propensione dell’Europa di adottare politiche piu’ aggressive per consentire l’accesso dei Balcani Occidentali, in controtendenza con un approccio maggiormente morbido e, generalmente, meno efficace. Tale variazione di rotta potrebbe rivelarsi decisiva per le nazioni che oggi risultano in ritardo rispetto alla maggioranza della regione, come Bosnia e Kosovo. Senza il supporto forte e continuo dell’Unione, il processo di integrazione potrebbe essere faticoso, dispendioso e complesso, spegnendo così gli entusiasmi nella popolazione bosniaca o kosovara. Tuttavia, benché vi siano segnali di incoraggiamento, la nuova presidenza del Consiglio d’Europa sarà austriaca: il nuovo governo, guidato dal giovanissimo Sebastian Kurz, sembra interessato ad occuparsi di stabilità interna, sicurezza dei confini e gestione dei flussi migratori, in parallelo con le trattative post-Brexit ed il varo del nuovo budget UE. Probabile, quindi, che non vi sia grande spazio per i Balcani Occidentali nell’agenda di Kurz. Un altro punto dolente sono le dichiarazioni di supporto di Strache, partner di coalizione nel governo austriaco, verso la Republika Sprka ed il suo presidente Milorad Dodik e la negazione da parte del Partito della Libertà di Strache dell’indipendenza del Kosovo.